6 cose che non tutti sanno sui Bitcoin

Domenica il Bitcoin ha fatto il suo debutto ufficiale alla borsa di Chicago, la Chicago Board Options Exchange (CBOE). Una partenza sprint con la criptovaluta che da 15 mila dollari ha superato in poche ore i 16 mila dollari, per poi toccare quota 18mila sui mercati asiatici. Della moneta digitale si conosce il nome del padre: Satoshi Nakamoto. E il fatto che, probabilmente, un padre non ce l’ha affatto e che quel nome e cognome sono solo uno pseudonimo dietro cui si cela un gruppo di nerd che l’ha inventata. I più preparati hanno seguito la storia sin dall’inizio e conoscono bene il percorso stellare del Bitcoin.

Ecco allora 6 curiosità che (forse) non tutti sanno su quella che hanno definito la moneta del futuro.

1) Il primo negozio fisico è italiano: La rivoluzione bitcoin ha trovato casa in un ex negozietto di abbigliamento all'angolo di una strada di una cittadina che non arriva a 40mila abitanti nel profondo Nord: Rovereto. E’ qui che si trova il primo sportello "fisico" al mondo dedicato alla criptovaluta. Si chiama “Compro Euro” e l'hanno aperto in una manciata di giovani soci, già presenti sul territorio con le loro start-up. Perché a Rovereto? "Usare i bitcoin significa fidarsi di qualcosa, più che di qualcuno. Ma quando si parla di moneta la fiducia è fondamentale", spiega Marco Amadori, già ceo di Inbitcoin e ora anche socio di Compro Euro. E qui ci sono persone che già li usano e che si conoscono fra di loro. Ma guai a perdere la card, o il proprio codice segreto di accesso al portafoglio bitcoin: è una valuta al portatore, perdere i dati equivale a perdere il denaro.

2) Italia, il primo Paese in cui si possono acquistare case in bitcoin: Ci sono 123 appartamenti nel quartiere San Lorenzo di Roma, che posso essere acquistati in bitcoin. L’iniziativa – la prima al mondo del suo genere – è del gruppo immobiliare Barletta, che vuole scommettere sulla criptovaluta al punto da accollarsi le spese d’agenzia e notarili, consentendo un risparmio tra i 15 e i 45mila euro, in base al taglio degli immobili, all’acquirente che sceglierà il nuovo metodo di pagamento. L’operazione si è potuta effettuare in virtù di una risoluzione dell’Agenzia delle Entrate del settembre scorso, che ha di fatto riconosciuto i bitcoin come una valuta straniera, rendendo quindi possibile usarla in un atto notarile.

3) Il primo disco acquistabile con la criptovaluta è di Bjork. Si chiama “Utopia”, è il nono album di Björk uscito il 24 novembre e potrà essere acquistato anche pagando con criptovalute come Bitcoin, Audiocoin, Litecoin e Dashcoin. L’operazione  – riporta Music Ally – nasce dalla collaborazione tra la start-up londinese Blockpool, impegnata nella diffusione della tecnica del pagamento elettronico, e lo staff della cantautrice islandese. “Il pubblico e gli artisti – ha spiegato nell’intervista al portale londinese Kevin Bacon, AD di Blockpool – hanno già usato le criptovalute in precedenza, ma questo è, in ogni modo, il primo caso di artista globale che permetta di utilizzarle per fare qualcosa del genere. Mentre sarà interessante vedere come la comunità legata alle criptomonete risponderà a questa operazione, Utopia può rappresentare il primo approccio per molte persone nei confronti di questa tecnica di pagamento”.

4) Sui banchi a lezione di criptovalute: Sono sempre di più gli atenei che offrono corsi su blockchain e bitcoin per formare una categoria di professionisti fra le più richieste sul mercato. Secondo un recente studio di Deloitte, infatti, il 28% delle maggiori compagne di tech e finanza ha già investito più di cinque milioni di dollari in tecnologie blockchain e un altro 25% prevede di investirli nel 2018.

5) Per estrarre un bitcoin ci vuole tanta energia quanta se ne consuma in Ecuador: Secondo le ultime stime poiché le operazioni computazionali da effettuare per produrre nuovi bitcoin e ridistribuirli tra gli utenti diventano sempre più complesse, l’energia necessaria ogni ora sarebbe diventata oggi comparabile al fabbisogno annuo dall’Ecuador. A risolvere il problema verde ci sta pensando il programmatore Bram Cohen, già fautore di BitTorrent. In che modo? Lanciando attraverso la Chia Network, la società che ha da poco creato, un tipo di crittografia che non sfrutti il proof-of-work (meccanismo per verificare le transazioni), che è esattamente quello che richiede il dispendio di potenza delle macchine e capacità di calcolo e quindi, energia. Per verificare il blockchain (che raccoglie tutte le transazioni) Chia vuole utilizzare lo spazio di archiviazione inutilizzato (più economico) su hard disk.

6) In Usa gli hanno già dedicato una serie: Si chiama StartUp, la serie che ha assoldato nel cast Martin Freeman e Adam Brody, prodotta dal servizio on demand Crackle – la piattaforma di Sony -, e distribuita in Italia da Amazon Video. La storia ruota intorno a un genio dell’informatica, Izzy Morales, il figlio di un ricco finanziere invischiato in affari di riciclaggio di denaro, Nick Talman (interpretato da Adam Brody, noto per la sua interpretazione nella serie “The O.C.”, ndr); un gangster spietato, Ronald Dacey e, infine, un agente corrotto dell’FBI, interpretato da Martin Freeman (conosciuto al grande pubblico per “Fargo” e “Sherlock) incrociano i loro destini. Sarà proprio Izzy a creare una criptomoneta nel garage di casa e a trovare in Nick, un finanziatore e socio che usa i soldi delle attività illecite del padre per avviare la startup.

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