AGI – Più di 200 miliardi di dollari amministrati, un ‘team’ composto da quasi 1.500 impiegati e consulenti, oltre 470 analisti capaci di pilotare e consigliare investimenti tramite una rete dislocata in 20 città di 16 diverse nazioni in 4 continenti. Sono i numeri che tracciano il profilo di Kkr, il fondo statunitense in procinto di acquistare una partecipazione nella rete secondaria di Tim per un importo stimato in circa 1,8 miliardi di euro.
Fondato nel 1976 a New York da Jerome Kohlberg Jr. e dai cugini Hwenry e George R. Roberts, in quasi 45 anni di storia Kkr ha effettuato investimenti in oltre 160 società che spaziano dai settori delle infrastrutture (uno dei più gettonati dal fondo) all’energia, dal real estate al credito. Nel suo portafoglio figurano investimenti in società del calibro di Alliance Boots, Del Monte, Kodak, Prosiebensat1 e Axel Springer, il gruppo media tedesco di cui nell’agosto dello scorso anno KKr è diventato il maggiore azionista staccando un assegno di 3,2 miliardi di dollari per una quota del 43,54% del capitale.
Nel 2007, invece, Kkr fu artefice dell’acquisizione di Txu, un’operazione che risultò fino a quel momento il più grande buyout della storia. Dal luglio del 2010 è quotato alla Borsa di New York.