AGI – Verificare la sostenibilità della spesa pensionistica sul lungo periodo vista l’introduzione di Quota 100. È quanto scrive la Corte dei conti nella Relazione sul controllo della gestione finanziaria dell’Inps per l’esercizio 2018. “In un sistema pensionistico a ripartizione e in cui la maturazione del diritto a pensione prescinde dal regolare versamento dei contributi nel corso della vita lavorativa, va verificata la sostenibilità della spesa nel lungo periodo e agli effetti che sulla adeguatezza delle prestazioni produrranno le azioni normative poste in essere nel presente, vanno altresì considerate le conseguenze di dette azioni sulla sostenibilità del modello da parte del sistema produttivo, sia con riguardo al contributo richiesto alla fiscalità generale, che nei confronti dei soggetti tenuti al versamento della contribuzione”.
Secondo i magistrati contabili, “in un sistema previdenziale che eroga ancora gran parte delle prestazioni ad elevata componente retributiva, peraltro, misure ampliative della spesa attraverso l’anticipo dell’età di pensionamento rispetto a quella ritenuta congrua con l’equilibrio attuariale e intergenerazionale, il blocco dell’indicizzazione dell’età di uscita dal lavoro alla speranza di vita e la reintroduzione del sistema delle finestre, comportano sia esigenze di cassa immediate (tipiche, come detto, di un meccanismo a ripartizione), sia debito implicito, in quanto la componente retributiva del trattamento non viene corretta per tener conto della maggiore durata della prestazione”.
Le previsioni per il 2019 del Def, scrive ancora la Corte dei Conti, “mostrano un aumento della spesa per pensioni del 3,2 per cento che tiene conto di Quota 100 e delle altre misure correttive alla legge n.214 del 2011 e, quindi, dei tassi di cessazione stimati sulla base degli elementi più aggiornati, della rivalutazione delle pensioni in essere ai prezzi (pari, per l’anno 2019, a +1,1%), delle ricostituzioni degli importi delle pensioni, con una incidenza sul Pil del 15,6%. Incidenza che si attesta nel triennio successivo su una percentuale stimata del 15,8. “La spesa per altre prestazioni sociali in denaro è prevista in aumento dell’8,3 per cento rispetto al 2018”, aggiunge la Corte dei conti.