Roma – L'euro risale a 1,0451 dollari, dopo aver toccato ieri a New York un minimo dal gennaio 2003 (quasi 14 anni) a 1,0367 dollari. Per la prima volta dal 2002 si torna a parlare di parita' tra euro e dollaro. Decisive le mosse della Fed di mercoledi' sera, che hanno messo il turbo al biglietto verde. La Fed ha rialzato di un quarto di punto i tassi Usa. E' il secondo aumento in dieci anni e per il 2017 sono previsti tre aumenti, piu' dei due gia' messi in conto. Le aspettative di inflazione negli Usa sono in rialzo, meno in Europa, dove i prezzi restano bassi, seppure in moderata crescita. Lo yen guadagna qualcosa a 118,11 sul dollaro, dopo essere sceso al minimo da 10 mesi, sulla scia della Fed. L'aumento del costo del denaro deciso dalla Fed, peraltro atteso, si aggiuge al rafforzamento del dollaro iniziato dai primi di novembre, dopo la vittoria di Donald Trump negli Usa. Il presidente eletto promette tagli delle tasse e un forte aumento della spesa infrastrutturale, cioe' misure pro-cicliche destinate far aumentare l'inflazione. Oltre al dollaro anche Wall Street viaggia a livelli record sulla scia della Tramponomics. In Europa il trend non e' altrettanto positivo, frenato dalle incertezze politiche: Brexit, vittoria di Trump e esito del referendum in Italia. In Messico il peso, in forte deprezzamento sul biglietto verde, e' salito dell'1,7% dopo che la banca centrale ha annunciato il secondo ritocco al rialzo in un mese sui tassi. (AGI) .