Sembra una riga tirata a tavolino. E ricalca, più semplicemente, la vecchia Via Emilia e le assai più recenti autostrade (A1 e A14), che collegano Milano a Rimini. Non ci sorprende, visto che da sempre le più importanti strutture e infrastrutture si sono sviluppate lungo le principali vie di comunicazione. L’ultrabanda non fa eccezione e, anche se spot di maggiore accesso presso gli hub del sistema di trasporto sono evidenti anche in altre regioni, nel caso dell’Emilia-Romagna questo dato è evidente a colpo d’occhio. Eccezion fatta per le province di Ferrara e Ravenna, l’accesso alla banda ultralarga è decisamente lineare, e al di là delle città lungo la principale via è anche molto scarso.
La banda a 100Mbps resta un miraggio
Questo è vero per l’attuale copertura a 30Mbps, che dovrà nel corso dei prossimi due anni arrivare dall’attuale 36.6% degli immobili raggiunti in tutta la regione al 100%, ma è vero anche per gli obiettivi di copertura a 100Mbps nel 2018, quando nuovamente la via Emilia emergerà dalla mappa regionale come zona di territorio più coperto. Per ragioni legate probabilmente alla disponibilità di fondi, sia nazionali che europei, le regioni del Sud del paese hanno visto, nel campo delle infrastrutture di rete un maggiore impegno negli ultimi anni. E quindi, la copertura, sempre in termini di immobili raggiunti dall’ultralarga a 30Mbps tende a essere più assicurata a Sud che nelle regioni del Nord. La storia è (solo) parzialmente diversa per la banda a 100Mbps, ma qui gli obiettivi, anche in regione Emilia-Romagna sono ancora lontani dall’essere realizzati per gran parte del territorio.
Gli Appennini restano un problema
Il discrimine rimane, come in altre zone del paese, la dorsale appenninica. Coprire le montagne è più complicato che non le pianure o le coste, e questa è una delle sfide di gran parte del nostro territorio nazionale. Le zone di montagna sono quelle meno popolate, con minore presenza di attività produttive, quelle che sono andate più in crisi, tranne in aree ad elevato interesse turistico, e che, al contrario, necessiterebbero di una grande spinta per reinventare un’economia e uno sviluppo sostenibili e al tempo stesso accessibili per la popolazione.
Con una popolazione di poco meno di 5 milioni di abitanti e quasi 3 milioni di immobili da collegare in rete, l’Emilia-Romagna è una delle regioni più ricche e industrializzate del paese. Ma dal punto di vista della banda ultralarga, nonostante il grande sforzo fatto con l’Agenda digitale regionale, sembra che la copertura di molti territori sia ancora lontana dall’essere davvero avanzata. Nell’Agenda digitale dell’Emilia-Romagna si legge però che il piano regionale è ambiziosissimo e punta a ottenere nel 2025 una Emilia-Romagna 100% digitale “in cui le persone vivono, studiano, si divertono e lavorano utilizzando le tecnologie, Internet e il digitale in genere senza che questo risulti una eccezionalità”. Ma soprattutto si punta a una regione che realizzi “un ecosistema digitale adeguato” in cui siano pienamente soddisfatti “i diritti digitali con zero differenze tra luoghi, persone, imprese e città”.
I dati che vediamo rappresentati in mappa qui di seguito, per l’ultralarga a 30Mbps e per quella a 100Mbps, sono prelevati, come in tutte le puntate della nostra serie dedicate alla BUL nelle regioni italiane, dal sito Strategia banda ultralarga.
L’ultralarga a 30Mbps
L’ultralarga a 100Mbps
Come si leggono le mappe dell’accesso a 30Mbps e 100Mbps
Le mappe qui sopra rappresentano, per intensità di colore, l’accesso all’ultralarga nei diversi comuni della regione.
Cliccando con il puntatore all’interno dell’area comunale è possibile vedere i dati al presente (ultimo rilevamento alla fine di giugno 2017) e le proiezioni al 2018 e al 2020.
Il dato della popolazione è rappresentato da un punto colorato al centro del territorio comunale. L’intensità dei colori a colpo d’occhio permette di vedere nell’insieme quali sono le zone più popolate rispetto a quelle meno densamente abitate. Passando con il puntatore sopra il cerchietto si visualizza il dato preciso del numero di residenti al 1 gennaio 2017, secondo Istat.
I riquadri che accompagnano le mappe permettono di analizzare i dati più in dettaglio, per esempio andando a vedere quanti comuni saranno effettivamente raggiunti dalla ultralarga nei prossimi anni, con gli obiettivi 2018 e 2020. Cliccando sulle barre colorate, è possibile evidenziare quegli stessi dati sulla mappa, sia evidenziando, nelle prime due mappe, quali sono i territori che nel corso del tempo saranno coperti sempre più, sia comprendendo, nella terza, come sono distribuite le attività nelle diverse province.
Attività economiche, sociali e culturali distribuite sul territorio
Importante sarà vedere nei prossimi anni come gli obiettivi di copertura e accesso alla banda ultralarga saranno garantiti anche a tutte quelle attività che potrebbero trarne maggiore vantaggio. Si parla esplicitamente nel documento dell’Agenda digitale regionale di copertura delle scuole, con fibra e banda larga, così come della necessità di dare accesso alle moltissime attività produttive e alla Pubblica amministrazione. Al momento, vediamo la distribuzione delle attività economiche (dai dati del registro imprese) per provincia, così come delle strutture di cura del SSN (sia gli ospedali pubblici che le case di cura private convenzionate) e le sedi scolastiche. Tutti questi dati sono disponibili sui siti di Istat e del Miur.
Come atteso, la provincia che ha il maggior numero di attività economiche registrate è il capoluogo regionale, Bologna. Eppure anche le province di Modena, Reggio-Emilia e Parma hanno un numero molto alto di imprese, anche in rapporto alle medie provinciali nazionali. Queste province hanno anche un numero relativamente elevato di grandi aziende, con più di 250 addetti ciascuna.
Se andiamo, come nel caso delle altre regioni, a suddividere ed evidenziare, per provincia, le tipologie di azienda, scegliendo di evidenziare solo quelle che riteniamo più immediatamente interessate dalla disponibilità della rete, vediamo nel grafico qui sopra che al primo posto, come atteso e come ovvio anche nella maggior parte delle altre regioni, ci sono le attività commerciali. Molto presenti, in Emilia-Romagna, però sono anche le attività professionali, tecniche e scientifiche e poi, al terzo posto, anche se come dimensione economicamente probabilmente sono più significative, le attività manifatturiere.
Sarà interessante monitorare, negli anni a venire, l’attuazione del piano di Agenda digitale e vedere se l’inclusione di gran parte della popolazione e delle attività porterà anche allo sviluppo di diverse tipologie di soggetti economici così come di proposte culturali e sociali su tutto il territorio emiliano-romagnolo.