Pechino – Il governo cinese ha annunciato che tagliera' la capacita' produttiva della propria industria del carbone di 800 milioni di tonnellate l'anno. Il piano, diffuso dai media statali, punta pero' piu' a un efficientamento del settore che a una riduzione vera e propria dell'utilizzo del combustibile, del quale il Dragone e' il maggior consumatore mondiale. Pechino prevede infatti che la propria produzione di carbone salira' a circa 3,9 miliardi di tonnellate entro il 2020 dagli attuali 3,75 miliardi di tonnellate.
Il programma, scrive l'agenzia ufficiale Xinhua, intende "migliorare la sicurezza e l'efficienza della produzione di carbone, cosi' come alla riduzione dell'impatto ambientale". Appare pertanto probabile che verranno chiuse le miniere in via di esaurimento. Al 2020, scrive ancora Xinhua, la Cina brucera' 4,1 miliardi di tonnellate di carbone l'anno, un incremento modesto rispetto ai 3,96 miliardi di tonnellate dello scorso anno. L'andamento stagnante della domanda non e' pero' legato a una svolta 'green' (che pure e' nei programmi di Pechino) bensi' alla crescita piu' modesta dei consumi energetici (ora al 3% annuo, contro il 10% di pochi anni fa), derivante a sua volta dal rallentamento del Pil del gigante asiatico. La Cina e' ancora largamente dipendente dal carbone, che soddisfa il 60% della sua domanda di elettricita'. (AGI)
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