Prosegue il braccio di ferro tra Embraco, la multinazionale in capo al gruppo Whirpool, pronta a chiudere lo stabilimento piemontese di Riva di Chieri e a licenziare i 500 addetti del polo, e il governo che, al fianco dei sindacati, sta tentando di bloccare il piano dell'azienda di trasferire le linee produttive in Slovacchia. Oggi il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, è volato a Bruxelles per incontrare la commissaria Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager. Un incontro giudicato positivo dal ministro.
"La Commissione sarà molto intransigente"
Domani, ha riferito l'inquilino del dicastero via Veneto, la commissaria farà una conferenza stampa. "Ci siamo chiariti", ha aggiunto Calenda, "mi pare che abbia molto ben chiaro il problema e mi ha assicurato che la Commissione sarà molto intransigente nel verificare i casi segnalati in cui o c'è un uso sbagliato dei fondi strutturali, cioè non consentito, o peggio, di aiuto di Stato per attrarre investimenti che sono parte dell'Unione europea". "Non molliamo, come è successo in moltissime crisi prima di questa", ha assicurato il ministro, aggiungendo che "l'Italia ha ribadito la sua richiesta a Bruxelles, nei casi specifici di Embraco e Honeyweel, di procedere alla verifica di un eventuale uso dei fondi strutturali europei che non è consentito per portare via investimenti, o di altri aiuti di Stato". L'Italia, inoltre, "manderà a brevissimo una proposta a Bruxelles che prevede di istituire un fondo che in caso di delocalizzazioni produttive verso i paesi del'Est, gestisca la transizione industriale con una maggiore intensità rispetto a quelle normalmente concessa per un normale aiuto di Stato".
Ma Bruxelles, per ora, non si espone
Una proposta, quella italiana, su cui la Commissione europea non è al momento "nella posizione di fare un commento", ha detto il portavoce dell'esecutivo comunitario, Ricardo Cardoso. La commissaria Vestager ha discusso con Calenda di "questioni di concorrenza", ha aggiunto il portavoce. "A questo stadio non ho dettagli sul progetto" di fondo e "non sono nella posizione di fare un commento", ha spiegato, ricordando che esiste un fondo europeo sulla globalizzazione. Quanto alla lettera con cui Calenda ha denunciato le pratiche fiscali della Slovacchia per favorire l'arrivo di multinazionali nel Paese, la Commissione risponderà "sulla base delle procedure normali". "Non siamo nella posizione di commentare su un sistema fiscale di uno Stato membro, a meno che non ci sia un'inchiesta in corso", ha fatto sapere l'esecutivo comunitario. Bruxelles dunque esaminerà la posizione espressa dall'Italia e deciderà come procedere.
Ieri la società del gruppo Whirlpool, che si occupa di compressori per frigoriferi, ha confermato i tagli al personale, generando l'ira dello stesso Calenda. Anche il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha giudicato "inaccettabile il comportamento dell'impresa" perché se avesse ritirato i licenziamenti avrebbe consentito, ha spiegato, "un percorso di re-industrializzazione e di ricorso agli ammortizzatori. Il governo è comunque "impegnato al fianco dei lavoratori" di Embraco ed è pronto "a utilizzare gli ammortizzatori sociali a sostegno di un progetto di re-industrializzazione, per dare continuità" al lavoro, ha assicurato Poletti.
E un operaio si incatena davanti alla fabbrica
Intanto prosegue la battaglia degli operai. Daniele Simoni, 54 anni, da 25 anni al lavoro nello stabilimento di Riva di Chieri, ha deciso di incatenarsi questa mattina davanti alla fabbrica. "Il lavoro ci sta mancando, l'azienda deve tornare sui suoi passi. Si sta alzando la tensione", ha spiegato all'Agi. "Non sappiamo cosa potrà accadere, come potremo continuare a pagare bollette e mutui. A una certa età siamo tagliati fuori dal lavoro". Da Riva di Chieri si guarda ora alle prossime mosse del governo: "Vediamo cosa succederà in questi giorni, speriamo ci siano spiragli da quello che sta facendo il ministro Calenda, che si sta impegnando per noi. Noi non molliamo – ha concluso – ma è difficile stare tranquilli. Quello che vorremmo è solo questo: poter rientrare a casa tranquilli".
Questa mattina i lavoratori dell'Embraco hanno tenuto una breve assemblea anche per fare il punto sulla giornata di ieri che ha visto l'azienda dire no al ritiro dei licenziamenti. Anche oggi è continuato il presidio davanti alla fabbrica di Riva di Chieri e i sindacati hanno annunciato una grande manifestazione a Torino il 2 marzo.