Primo giro di boa per il decreto legislativo che introduce una misura unica a livello nazionale di contrasto alla povertà e all'esclusione sociale, ossia il Reddito di inclusione (chiamato REI). Dopo il via libera del Consiglio dei ministri (che attua la delega), dovrà ora acquisire i pareri delle commissioni parlamentari competenti. Quindi quello di ieri è stato un primo passo verso l'entrata in vigore definitiva.
QUANDO SCATTA
La nuova misura entrerà in vigore dal prossimo primo gennaio.
CHI NE HA DIRITTO
Viene riconosciuto alle famiglie con un reddito (vale l'ISEE), non superiore a 6.000 euro e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20.000 euro (in questo si permette l'accesso anche a chi è proprietario della casa in cui abita, ma versa in uno stato di povertà). In prima applicazione sono prioritariamente ammessi i nuclei con figli minorenni o disabili, donne in stato di gravidanza o disoccupati ultra cinquantacinquenni. Secondo stime del governo, si rivolgerà a 660 mila famiglie, 560 mila con figli minori. Fermo restando il possesso dei requisiti economici, il REI è compatibile con lo svolgimento di un'attività lavorativa.
A CHI NON SPETTA
La misura non è compatibile con la contemporanea fruizione, da parte di qualsiasi componente il nucleo familiare, della NASpI o di altro ammortizzatore sociale per la disoccupazione involontaria. Non potranno accedere alla misura anche coloro che nei due anni precedenti la richiesta hanno acquistato auto, moto o barche.
A QUANTO AMMONTA
Si tratta di un beneficio economico erogato su dodici mensilità, con un importo che andrà da circa 190 euro mensili per una persona sola, fino a quasi 490 euro per un nucleo con 5 o più componenti.
DURATA
Il ReI sarà concesso per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi e sarà necessario che trascorrano almeno 6 mesi dall'ultima erogazione prima di poterlo richiedere nuovamente.
COME RICHIEDERLO
Al ReI si accederà attraverso una dichiarazione a fini ISEE "precompilata". E' un'importante innovazione di sistema, che caratterizzerà l'accesso a tutte le prestazioni sociali agevolate migliorando la fedeltà delle dichiarazioni da un lato e semplificando gli adempimenti per i cittadini dall'altro.
Il Consiglio dei Ministri vara il Reddito di inclusione, un passo avanti nel contrasto alla #povertà E l'impegno continua
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) 9 giugno 2017
Spiega il ministro del lavoro Poletti: "Il beneficio del reddito di inclusione nella prima fase sarà destinato a 660 mila famiglie e andrà da un minimo di 190 euro a un massimo di 485 euro". Le risorse per il reddito di inclusione saranno pari a circa "2 miliardi di euro l'anno nei prossimi anni. Noi stiamo lavorando su diverse materie in una logica molto forte di integrazione tra strumenti che esistono per promuovere politiche di inclusione: è un'opera non semplice perchè significa far collaborare uffici diversi, modelli diversi. Abbiamo presentato il reddito di inclusione che è uno strumento universale che fa riferimento a tutti i soggetti ma in una continuita'", ha aggiunto il ministro.
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Poletti: "Ecco le nostre priorità"
Nel bilancio dello Stato, ha ricordato Poletti, "c'è il Fondo per la poverta' che vale 1,7 miliardi che si deve incrementare con un riordino delle misure in campo e con la decisione di destinare una quota rilevante del Fondo di inclusione al potenziamento dei servizi che devono prendere in carico le persone che avranno diritto al sostegno al reddito". Il 15% del Fondo sarà destinato al potenziamento dei servizi nel territorio e alle politiche attive. Le presenze nei centri per l'impiego verranno incrementate con 600 unità. La priorità nel riconoscimento del beneficio verrà data ai nuclei "con almeno un figlio minorenne o con disabilità anche se maggiorenne, a quelle con una donna in stato di gravidanza o a un over50 in disoccupazione".