Tyler Lorenzen, ex atleta professionista di football americano, crede nelle potenzialità delle proteine dei piselli gialli. Per questo nel 2014 ha lanciato la firma commerciale “PURIS Pea“, nella convinzione che questo legume avrebbe potuto davvero salvare il pianeta.
Da sempre interessato alla nutrizione, il 33enne dell’Iowa ha incontrato non poche difficoltà nel convincere le persone a credere in questo nuovo prodotto. “Cosa state facendo ragazzi. Proteine di piselli? Non sapevo nemmeno che i piselli avessero proteine”. Questa era solo una delle tante perplessità che venivano avanzate a Lorenzen. Ne ha parlato anche la BBC.
In aggiunta, l’azienda Puris ha dovuto combattere i ricordi d’infanzia dei clienti. “Quelli della maggior parte delle persone, che li riportano a pasti a base di piselli, non sono così entusiasmanti”, sottolinea Lorenzen.
Poi qualcosa è cambiato. Il vento ha iniziato a soffiare in un’altra direzione. E il tempismo dell’azienda si è rivelato produttivo. Consumatori attenti alla salute hanno iniziato a considerare i piselli come una possibile alternativa eco-friendly alla carne (ma non solo).
L’azienda Puris: “Con le piante, tutto è possibile”
Oggi Puris produce una gamma di ingredienti non OGM a base di legumi e mais. Dalle piante, “rigorosamente biologiche”, l’azienda estrae il 100% dei suoi componenti: proteine, amido, zucchero e fibra. Ciò implica meno sprechi e un minore impatto ambientale ma anche minori costi nella produzione di alimenti. “Il nostro modello aiuta gli agricoltori. Forniamo le sementi, gli strumenti e le linee guida per coltivare con successo colture non OGM, stabilire pratiche pulite e navigare il processo di certificazione”.
Dal 1985, Jerry Lorenzen, fondatore dell’azienda, ha immaginato il suo “world food system”. E con Puris sta cercando di costruirlo. “Un sistema basato sulle proteine animali non può fornire abbastanza nutrimento per soddisfare l’aumento della domanda globale. Creando cibo abbondante e sicuro grazie a piante ricche di nutrienti, PURIS sta creando un’alternativa che può nutrire in modo sostenibile la popolazione globale che entro il 2050 si stima sarà di 10 miliardi”.
Nei primi anni 2000, la società di Jerry, World Food Processing, ha identificato nei piselli gialli un anello cruciale di questa catena alimentare: una coltura a rotazione che aumenta la produttività degli agricoltori attraverso sistemi di coltivazione a doppia coltura. Oggi, la società detiene brevetti di genetica su molti legumi ricchi di nutrienti adattati alle condizioni di crescita in 14 stati.
Piselli come alternativa alla soia
Per decenni i semi di soia sono stati la principale fonte di proteine vegetali. Tuttavia, con l’inizio del nuovo millennio qualcosa è cambiato: in alcuni casi, semplicemente per una questione di allergia o intolleranza alimentare a questo legume. Altri consumatori, in particolare in Europa, sono stati scoraggiati dal fatto che le proteine della soia spesso derivano da colture geneticamente modificate. Per di più, per estrarle dal legume viene utilizzato l’esano, un solvente derivato dall’olio. Se l’industria sostiene che tutta la sostanza chimica viene eliminata prima che la proteina di soia raggiunga il mercato, per alcuni consumatori l’uso di esano rimane un ostacolo, un’incognita pericolosa e quindi non gradita. Che quindi scoraggia l’acquisto del prodotto finale.
Da qui la curiosità sulla proteina dei piselli. Una coltura che, non richiedendo accorgimenti chimici durante il processo di produzione, diventa un’interessante alternativa.
Le perplessità riguardo il consumo di carne
Gran parte del dibattito odierno sulla produzione di carne è incentrato sul suo impatto ambientale: in particolare sulle emissioni di gas serra che ne derivano. La produzione di carne rossa è una fonte particolarmente importante di gas serra a causa della produzione di metano implicata nella digestione dei ruminanti. Circa il 15% delle emissioni climalteranti di origine antropica proviene dalla produzione animale (circa il 3% è dovuto alla produzione lattiero-casearia) di cui il 40% è dovuto all’allevamento di bovini. E questo problema diventa ancora più acuto quando le norme sulla gestione del letame e del liquame sono carenti o scarsamente applicate.
La necessità di far pascolare il bestiame e di coltivare i seminativi per la produzione di mangimi per animali è il principale fattore di deforestazione. Se invece il bestiame viene allevato su terreni che non possono essere destinati alla coltivazione, ciò può contribuire a mitigare i cambiamenti climatici aiutando a conservare il carbonio nel suolo. Tuttavia, i contributi che spingerebbero questa attività sono relativamente modesti e, spesso, indeboliti da una cattiva gestione del suolo o dal pascolo intensivo.
Una coltura facile ed eco-friendly
Il raccolto dei piselli è abbondante e gradito agli agricoltori. In aggiunta, si tratta di una fonte proteica facile da coltivare. Richiede un clima relativamente secco e, come altri legumi, trasferisce l’azoto dall’aria nel terreno, rendendolo più fertile. Nonostante non sia così produttiva (per acro) quanto il grano si tratta di una coltura più redditizia e che necessita di meno fertilizzante per crescere.
Secondo Henk Hoogenkamp, consulente di aziende alimentari che investono nella produzione delle proteine ricavate dai piselli, quest’industria l’anno prossimo produrrà tra le 340 e le 350 tonnellate di prodotto: un aumento di un terzo rispetto all’anno in corso.
Impianti di trasformazione si stanno aprendo rapidamente per soddisfare la domanda. Durante l’estate la Puris ha ricevuto 75 miliardi di dollari di finanziamento dalla Cargill, una multinazionale statunitense attiva principalmente nel settore alimentare. Si tratta di una cifra che le permetterà di raddoppiare la produzione.
“La nuova generazione si è sostanzialmente risvegliata e i suoi gusti stanno cambiando in modo travolgente nei paesi ricchi, sostituendo gli animali con proteine vegetali”, sottolinea Hoogenkamp.
Sostegno verde
“Il cibo che mangiamo è intimamente connesso alla vita sulla terra, modellando la salute umana, la sicurezza della nostra aria, terra e acqua, e il benessere delle comunità in tutto il mondo. Quando comprendiamo la rete di connessioni dietro ciò che mangiamo, tutti noi abbiamo il dovere di fare le scelte giuste. Ogni seme, ogni passo, ogni acquisto conta – oggi e per il futuro del nostro pianeta”, questa la filosofia che anima la Puris.
I gruppi ambientalisti sostengono le proteine vegetali, sperando che il loro aumento possa frenare il consumo di carne. “Dobbiamo più che dimezzare il consumo di carne per prevenire il collasso climatico”, ha detto Richard George, capo forestale di Greenpeace. “Le proteine del pisello sono senza dubbio una delle tante opzioni. Cambiare le nostre abitudini alimentari non sarà facile, ma più opzioni abbiamo, più possibilità ci sono per migliorare la nostra salute e quella del pianeta”.
Le proteine alternative che possono sostituire gli alimenti tradizionali a base di animali attraggono notevoli investimenti finanziari, catturando l’attenzione e l’interesse dei media. Vengono viste come una via possibile da percorrere per soddisfare, in modo sano e sostenibile, la nostra dieta. Molte di queste alternative potenzialmente dirompenti sono guardate con speranza anche per la loro potenzialità di ridurre le emissioni climalteranti. Ma anche di rivoluzionare l’alimentazione, aiutando la nostra salute. “Le proteine alternative rappresentano un nuovo dominio che sta emergendo rapidamente all’interno del sistema alimentare”, sottolinea Tyler Lorenzen.
In ogni caso, il consumo globale di carne è di 330 milioni di tonnellate all’anno, un milione di volte superiore rispetto alla produzione annuale di piselli gialli. Molto probabilmente, questo legume rimarrà una “umile” alternativa ancora per un po’.