Il via libera della Fda americana alla carne da laboratorio

AGI – Scrive il Washington Post che mercoledì la Food and Drug Administration (Fda) ha dichiarato sicuro per il consumo di un alimento a base di carne prodotto in laboratorio e sviluppato da una start-up californiana. Ciò che, secondo il quotidiano, “apre la strada a prodotti derivati” ​​da vere cellule animali, che non richiedono la macellazione. Tant’è che un giorno potranno esser disponibili nei negozi di alimentari e nei ristoranti degli Stati Uniti.

Insomma, dozzine di importanti aziende alimentari si stanno dando da fare per far conoscere al pubblico americano la carne “derivata” e prodotta nel chiuso di un laboratorio. Finora questo metodo è appannaggio solo di Singapore, l’unico paese in cui questi prodotti sono venduti legalmente ai consumatori.

Ma l’annuncio della Fda ha così sdoganato il pollo di Upside Foods, nota anche come Memphis Meats, una società di tecnologia alimentare con sede a Berkley in California che punta a produrre carne realizzata in maniera sostenibile. Secondo la Fda è sicura da mangiare e si avvierà probabilmente la sua commercializzazione negli Usa dai prossimi mesi.

Upside Foods, nel frattempo, sta “raccogliendo cellule da tessuti animali vitali e coltivando carne commestibile – si legge nell’articolo – in condizioni controllate in bioreattori, carne che secondo l’azienda sarà identica a quella allevata in modo convenzionale”. A che pro? La risposta, asserisce il Post, è contenuta nel fatto che “le alternative all’agricoltura animale tradizionale sono viste come un modo per mitigare il cambiamento climatico” e sono state anche uno dei principali argomenti di discussione questa settimana alla conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a Sharm el-Sheikh, in Egitto.

Nel frattempo sono diverse le start-up che hanno intrapreso la strada della carne derivata da cellule e “che hanno chiesto l’approvazione normativa a partire dal 2018”, anche perché questo tipo d’industria nel frattempo è cresciuta “fino a raggiungere più di 151 aziende in sei continenti, sostenuta da oltre 2,6 miliardi di dollari d’investimenti secondo il Good Food Institute, gruppo senza scopo di lucro che promuove alternative alla carne tradizionale. Anche se i costi iniziali di produzione, si fa notare, possono rendere i prodotti “proibitivi” proprio per la “difficoltà a creare un facsimile ragionevole di un tessuto animale da cellule in coltura”.

Chiosa il Post nel riportare il parere generale degli esperti: “Se le carni di laboratorio possono replicare il gusto e la consistenza della carne tradizionale – a un costo simile o inferiore e con meno svantaggi – potrebbe trattarsi di un punto di svolta per la nutrizione globale”. E anche la soluzione della fame nel mondo.


Il via libera della Fda americana alla carne da laboratorio