AGI – Dopo un anno e mezzo dallo scoppio della pandemia, la Bce potrebbe iniziare a ridurre l’intensità delle operazioni con cui ha supportato i mercati e la ripresa negli ultimi 18 mesi. E, secondo le attese di diversi investitori e analisti, spinta da un’inflazione che ad agosto ha toccato il 3% e dalla conseguente pressione sempre maggiore dei falchi all’interno del Consiglio direttivo, a partire dal presidente della Budensbank Jens Weidmann, potrebbe discuterne già nella riunione di domani, la prima dopo la pausa estiva.
Pepp e inflazione
Non è solo otreoceano, dunque, che è d’attualità la discussione sul ‘tapering’, ovvero il processo con cui le banche centrali ritireranno parte degli stimoli messi in campo di fronte al Covid. Se la Federal Reserve ne ha già parlato più apertamente, la Bce – che ha da poco concluso la revisione delle proprie strategie – si troverà ad affrontare, domani e nelle prossime settimane, un dialogo analogo.
L’andamento dell’inflazione, schizzata ben oltre il target del 2% simmetrico ad agosto, ha allontanato nuovamente le posizioni in Consiglio direttivo: da un lato c’è chi di fronte alla fiammata dei prezzi vorrebbe già un giro di vite, dall’altro chi è preoccupato che un ritiro prematuro dei sostegni possa far inceppare una ripresa solida ma ancora ricca di incertezza, a partire da quelle legate alla variante Delta e a possibili restrizioni autunnali.
La revisione delle stime
Nella riunione i banchieri centrali saranno chiamati anche alla revisione delle stime su crescita e inflazione, che potrebbero fornire una panoramica più chiara sullo stato di salute dell’economia europea e sull’andamento del caro prezzi. Secondo quanto deciso con la ‘strategic review’ varata prima dell’estate, infatti, la Bce è chiamata ad affrontare con uguale forza gli scostamenti dal target del 2% per l’inflazione sia al rialzo che al ribasso.
Le posizioni in campo
La preoccupazione dei falchi, capeggiati da Weidmann, è che lasciare intatto il supporto della Bce all’economia, nonostante la fiammata dei prezzi sia vista dalla maggior parte degli economisti come temporanea, spinga l’inflazione ancora al rialzo e che questo, assieme alle strozzature sulla catena di approvvigionamento, rischi di innescare una spirale tale da richiedere poi un intervento più deciso invece di uno più sfumato a partire da adesso.
Sull’altro fronte, invece, c’è chi ritiene che annunciare una riduzione del Pepp a stretto giro sarebbe controproducente di fronte a un’economia che corre ma che non è ancora tornata a livelli pre-Covid e di fronte a una ripresa che va consolidata e non limitata al semplice rimbalzo seguito ai lockdown e alle chiusure.
Le parole di Lagarde
A guidare la discussione sarà come sempre la presidente della Bce, Christine Lagarde. “Abbiamo davvero lottato duramente e risposto bene” alla crisi pandemica “e ne siamo usciti con una situazione che ha ancora bisogno di molta attenzione. Ma mi sembra che ora i responsabili politici debbano essere quasi chirurgici: non è più una questione di sostegno massiccio, sarà una questione di sostegno mirato e mirato in quei settori che sono stati gravemente danneggiati”, ha detto recentemente, facendo intravedere dietro le parole le nuove politiche dell’Eurotower.
La reazione dei mercati
Di sicuro l’attesa per la riunione ha riportato nervosismo sui mercati europei che, in vista del meeting di domani, si muovono in netto calo, con Francoforte che a fine mattinata perde l’1,2%, Parigi in ribasso dello 0,8% e Milano che, dopo un avvio in profondo rosso, ha limato parte dei ribassi e lascia sul terreno lo 0,5%.
Inflazione, Pepp e ripresa sul tavolo della Bce dopo la pausa estiva