AGI – L’aumento dei contagi da Covid e la conseguente stretta delle misure per arginare la seconda ondata del virus continuano a pesare sulla fiducia di consumatori e imprese. E l’assaggio di ripresa avuto a inizio autunno sembra ora allontanarsi.
I dati di oggi sull’Italia riflettono quelli di ieri di Germania e Francia, cui si aggiunge l’indice elaborato dall’Ifo su un’indagine mensile a 9.000 aziende tedesche, con il lapidario e inequivocabile commento del direttore dell’istituto Clemens Fuest: “La seconda ondata di coronavirus ha interrotto la ripresa economica in Germania”. Sulla stessa linea le osservazioni dell’Istat: “Il peggioramento dell’emergenza sanitaria ha influenzato la fiducia sia delle imprese sia dei consumatori”.
Italia, cala la fiducia a novembre
L’Istat stima a novembre una diminuzione sia dell’indice del clima di fiducia dei consumatori (da 101,7 a 98,1) sia dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese, che cade da 92,2 a 82,8 per effetto soprattutto del forte peggioramento dei servizi di mercato.
Tutte le componenti del clima di fiducia dei consumatori sono in calo anche se con intensità differenziate. Il clima economico e il clima futuro registrano le flessioni maggiori, passando, rispettivamente, da 87,2 a 79,3 e da 104,0 a 98,8. Il clima personale scende da 106,4 a 104,7 e quello corrente diminuisce da 99,9 a 97,4.
“Il peggioramento dell’emergenza sanitaria ha influenzato la fiducia sia delle imprese sia dei consumatori”: è il commento dell’Istat al calo della fiducia in entrambi i comparti a novembre. “Con riferimento alle imprese, l’impatto negativo è ampio per il settore dei servizi, dove si registrano giudizi estremamente negativi e una caduta delle aspettative, soprattutto nel comparto turistico”.
“Per l’industria e il commercio al dettaglio l’effetto è più contenuto. Per quanto attiene ai consumatori, la situazione emergenziale ha influito sulle opinioni relative alla situazione economica del Paese, ivi compresa la disoccupazione, che sono in deciso peggioramento rispetto al mese scorso”, aggiunge
Guardando alle imprese, aggiunge l’Istat, il peggioramento della fiducia è diffuso a tutti i settori: l’industria e il commercio al dettaglio registrano cali più contenuti mentre si evidenzia un crollo dell’indice relativo ai servizi di mercato. In particolare, nel settore manifatturiero l’indice scende da 94,7 a 90,2 e nelle costruzioni cala da 142,5 a 136,8. Nel commercio al dettaglio l’indice diminuisce da 98,9 a 95,2 mentre nei servizi di mercato cade da 87,5 a 74,7.
Germania, giù la fiducia di imprese e consumatori
La fiducia degli imprenditori tedeschi si è nuovamente indebolita a novembre a causa delle nuove restrizioni contro la seconda ondata di Covid-19, che hanno frenato fortemente la ripresa economica del Paese. L‘indice Ifo, elaborato su un’indagine mensile a 9.000 aziende tedesche, perde 1,8 punti a 90,7 punti in un mese.
“La seconda ondata di coronavirus ha interrotto la ripresa economica in Germania”, sintetizza Clemens Fuest, presidente dell’Ifo. L’indicatore aveva già perso 0,7 punti a ottobre, concludendo un rialzo ininterrotto da aprile.
È di ieri il dato sulla fiducia dei consumatori a dicembre: l’istituto Gfk stima un indicatore a -6,7 punti, in calo di 3,5 punti rispetto a novembre a sua volta rivisto a -3,2 punti dai calcolo dell’istituto indipendente. Gli analisti si aspettavano un arretramento più contenuto a – 5 punti. Solo una notevole riduzione dei contagi e una rimozione delle restrizioni potranno riportare “più ottimismo” commenta una nota dell’istituto.
Francia, fiducia consumatori ai minimi da due anni
Anche i consumatori francesi sono più pessimisti a novembre. Secondo quanto reso noto dall’Insee, la fiducia a novembre è calata a quota 90, ai minimi dal dicembre del 2018, cioè dalla cosiddetta crisi dei Gilet gialli. Rispetto a ottobre, l’indice calcolato dall’Insee perde 4 punti e scende a 90, al di sotto dei 94 punti attesi dagli analisti e della media di lungo termine di 100 punti.
Oggi l’Insee ha rivisto al rialzo il rimbalzo dell’economia francese nel terzo trimestre, con il Pil che mostra un aumento del 18,7% contro il 18,2% stimato in precedenza. Tuttavia la crescita resta “del 3,9% al di sotto del livello del terzo trimestre 2019”, fanno notare dall’Istituto nazionale di statistica, che spiega la nuova lettura alla luce di una rivalutazione dei consumi delle famiglie e degli investimenti nei servizi.