Roma – Dopo sette anni di attesa i 3,2 milioni di dipendenti statali vedono finalmente avviato il processo per il rinnovo del loro contratto. I leader di Cgil, Cisl e Uil, con una maratona finale di 8 ore, hanno siglato con il ministro della P.a., Marianna Madia, l'accordo politico che permetterà di inviare all'Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) l'atto di indirizzo per il rinnovo.
I punti salienti dell'accordo:
- Amento salariale di 85 euro medi mensili, con la logica della piramide rovesciata: valorizzare chi ha più sofferto della crisi ed evitare di penalizzare chi ha già diritto al bonus di 80 euro.
- Incentivi legati al tasso di presenze.
- Lotta all'assenteismo e al precariato.
- La contrattazione ritorna al centro con il superamento della Legge Brunetta.
- L'accordo quadro varrà per tutti i comparti pubblici, compresa la scuola come chiesto dai sindacati, e sulla parte normativa prima dovrà essere raggiunta un'intesa con le Regioni, come stabilito dalla sentenza della Consulta di venerdì scorso.
L'accordo politico per lo sblocco del rinnovo dei contratti del pubblico impiego è composto da 4 capitoli. Ecco le principali novità:
- Lavoratori motore p.a. e accordo esteso a tutti i settori
I lavoratori sono il motore del buon funzionamento della Pubblica amministrazione. Il settore pubblico ha bisogno di una profonda innovazione, bisogna mettersi al fianco e non al di sopra di cittadini e imprese. Le amministrazioni devono porsi obiettivi trasparenti e che migliorino concretamente la qualità dei servizi. Serve un percorso condiviso che segni una discontinuità con il passato. Il Governo si impegna ad attuare l'accordo in tutti i settori pubblici e a raggiungere un'intesa con le Regioni.
- Relazioni sindacali, più potere alla contrattazione
Il Governo si impegna alla definizione di un intervento legislativo volto a promuovere il riequilibrio, a favore della contrattazione (modifica della Legge Brunetta e della Buona Scuola ndr). L'esecutivo si impegna a rivedere il rapporto tra legge e contrattazione, privilegiando la fonte contrattuale come luogo naturale per la disciplina del rapporto di lavoro. Il ricorso all'atto unilaterale da parte della P.a sarà limitato ai casi in cui ci sia stallo nelle trattative con conseguente pregiudizio all'azione amministrativa. Dunque le parti sono chiamate a trovare ulteriori ambiti di esercizio della partecipazione sindacale.
- Parte normativa, premi legati alle presenze
Le parti si impegnano ad individuare, con cadenza annuale, criteri per misurare l'efficacia delle prestazioni delle amministrazioni e la loro produttività collettiva con misure contrattuali che incentivino più elevati tassi medi di presenza. Introdurre strumenti di monitoraggio delle carenze, superamento della spesa produttiva, del precariato. Miglioramento della conciliazione vita-lavoro. Il Governo si impegna inoltre a sostenere l'introduzione di forme di welfare contrattuale, di fiscalità di vantaggio per la produttività.
- Parte economica, aumento medio non sotto 85 euro
Il fondo per la P.a previsto in manovra destinerà la quota prevalente" al rinnovo dei contratti, per incrementi contrattuali in linea a quelli riconosciuti mediamente ai lavoratori privati e comunque non inferiori a 85 euro mensili medi. Le parti, nella contrattazione, nell'intento di ridurre la forbice retributiva, valorizzeranno i livelli retributivi che maggiormente hanno sofferto la crisi economica e il blocco della contrattazione. Saranno evitate penalizzazioni per chi ha già diritto al bonus di 80 euro, una platea che per la Madia ammonta a circa 200 mila persone.
- Monitoraggio riforma p.a., osservatorio e lotta precariato
Le parti promuovono un osservatorio della riforma della pubblica amministrazione che ne monitori gli effetti e contribuisca alla sua attuazione. Grande attenzione sarà dedicata al reclutamento del personale e a eliminare forme di precariato.