AGI – Avvio di settimana difficile e in calo per i mercati dopo un’ottava molto turbolenta. I listini asiatici sono in rosso, i future a Wall Street e in Europa arretrano e i rendimenti dei T-Bond a 10 anni salgono al 3,14%, al top dal novembre 2018. A spaventare i mercati è il crescente timore di una stagflazione in arrivo, alimentato dal rallentamento della crescita globale, dall’alta inflazione, dai persistenti lockdown in Cina e dall’aggressività delle banche centrali.
Il ‘focus’ questa settimana sarà sull’inflazione ‘bollente’, in attesa dell’uscita dei dati sui prezzi al consumo negli Usa e in Cina di mercoledì prossimo e poi su quelli in Germania, in India, in Messico e in Brasile. Oggi in Asia, Tokyo e Hong Kong calano a picco, mentre Shanghai arretra molto meno dopo dei positivi dati sull’export ad aprile in Cina. Intanto però Pechino non molla sulla politica del ‘Covid zero’ e Shanghai stringe i lockdown, rafforzando I timori di un rallentamento dell’economia del Dragone.
A Wall Street I future sono in calo intorno all’1% e lo stesso fanno i future sull’EuroStoxx 50. “E’ difficile prevedere cosa possa succedere – commenta Vincenzo Bova, strategist di Mts Capitalservice – dire che questa settmana e le prossime i mercati saranno turbolenti e volatili è scontato. Non è escluso che possano esserci rimbalzi temporanei, comunque i minimi, che per lo S&P 500 sono a 4.000 punti, non sono stati ancora rotti e se questo dovesse accadere, ci saranno vendite a pioggia”.
Il consuntivo della settimana scorsa ha mostrato un andamento contrastato per Wall Street, con l’indice S&P 500 che è sceso solo dello 0,21%, mentre il Nasdaq, che ha perso l’1,54%, è stato molto più penalizzato. “L’attuale contesto – spiega Bova – che vede un rallentamento della crescita economica, alta inflazione e banche centrali aggressive è il peggiore possibile per i mercati e in particolare per gli asset più rischiosi come l’azionario e l’obbligazionario. La parte a lungo dei Treasury sta continuando a salire. Prevedo una settimana difficile. Il contesto non è favorevole e i mercati continueranno a essere sotto pressione”.
Intanto prosegue l’impennata dei T-bond Usa. Il 10 anni è al top da oltre tre anni. Anche il 2 anni sale ma con minor forza, attestandosi al 2,73%, mentre la curva dei rendimenti tra il 2 e il 10 anni s’irripidisce, il che non è un bene, visto che per i mercati l’intensificarsi del rialzo del decennale, dopo un’inversione, che c’è stata non molto tempo fa, rappresenta un pericoloso segnale di recessione in arrivo.
E il tasso del Treasury a 30 anni è al 3,23%, il top dal marzo 2019. Anche dal mercato valutario arrivano cattive notizie: lo yuan ha superato quota 6,75 dollari, arretrando ai minimi dal novembre 2020, l’euro è poco sopra 1,05 dollari, lo yen a 130,94, non lontano dal minimo da 20 anni e la sterlina si è rialzata appena al di sotto dei minimi di due anni toccati la scorsa settimana dopo che la Banca d’Inghilterra aveva avvertito che l’economia britannica stava affrontando la recessione. Intanto slitta ancora a Bruxelles l’embargo sul petriolio russo, mentre al G7 ieri sera Occidente e Giappone si impegnano a mettere al bando il petrolio russo, sebbene con gradualità, e si preparano ulteriori sanzioni, dal Regno Unito anche nei confronti della Bielorussia.
Il prezzo del greggio in Asia è inm lieve calo, con il Wti sopra 109 dollari e il Brent oltre 112 dollari al barile. Intanto inizierà tra poche ore a Mosca la parata per il Giorno della Vittoria in ricordo della fine della Seconda Guerra mondiale. E il timore è che Vladimir Putin dichiari ufficialmente guerra all’Ucraina, dopo che dall’inizio dell’invasione ha sempre parlato di “operazione speciale” nei confronti di Kiev. Alla vigilia della parata di Mosca Joe Biden ha tenuto un G7 in teleconferenza alla presenza del presidente ucraino Zelensky, il quale ha chiesto che i russi si ritirino “da tutta l’Ucraina”.
I leader del G7 hanno riaffermato che Putin “non deve vincere” perchè “ha violato l’ordine internazionale basato sulle regole, in particolare la Carta delle nazioni Unite, concepita dopo la Seconda Guerra Mondiale per risparmiare alle successive generazioni la piaga della guerra”. Mario Draghi domani va a Washington, dove incontrerà Joe Biden.
Cina: surplus commerciale aprile a 51,12 mld, +3,9% export
La Cina registra ad aprile un surplus commerciale di 51,12 miliardi di dollari, in rialzo sui 47,38 miliardi di marzo e sui 50,56 miliardi attesi dagli analisti. Secondo i dati diffusi dalle Dogane, l’export sale del 3,9% annuo, battendo le stime dei mercato di +3,2% e dopo il +14,7% di marzo: si tratta della prima crescita a singola cifra degli ultimi 18 mesi, nel mezzo delle incertezze legate alla guerra tra Ucraina e Russia e alle misure draconiane per frenare la diffusione del Covid-19. L’import, invece, è rimasto invariato ad aprile, contro il -0,1% di marzo e il -3% atteso alla vigilia.
Macron in Germania
Sempre oggi poi il presidente francese, Emmanuel Macron, si recherà in Germania per incontrare il cancelliere tedesco Olaf Scholz, in quella che è la sua prima visita ufficiale dopo la rielezione. In agenda due temi caldi: difesa e politica energetica. A questo proposito c’è attesa per i negoziati sull’embargo Ue al petrolio russo che andranno avanti per tutto il weekend.
E progressi sono attesi in settimana anche per gli sforzi della Finlandia e della Svezia di aderire alla Nato. Stoccolma prevede di pubblicare un rapporto il 13 maggio con le conclusioni dei colloqui interni sulla politica di sicurezza. E la Finlandia potrebbe annunciare una decisione sulla sua intenzione di aderire all’Alleanza militare atlantica.
Insomma, dopo una settimana da infarto per i mercati, quella che comincia oggi non sarà certo di routine. I mercati sono molto nervosi.
“È difficile prevedere cosa possa succedere – commenta Vincenzo Bova – dire che nelle prossime settimane i mercati saranno turbolenti e volatili è scontato. Non è escluso che possano esserci rimbalzi temporanei; comunque i minimi, che per lo S&P 500 sono a 4.000 punti, non sono stati ancora rotti e se questo dovesse accadere, ci saranno vendite a pioggia”.
L’ultimo consuntivo ha mostrato un andamento contrastato per Wall Street, con l’indice S&P 500 che è sceso solo dello 0,21%, mentre il Nasdaq, che ha perso l’1,54%, è stato molto più penalizzato. “L’attuale contesto – spiega Bova – che vede un rallentamento della crescita economica, alta inflazione e banche centrali aggressive è il peggiore possibile per i mercati e in particolare per gli asset più rischiosi come l’azionario e l’obbligazionario. La parte a lungo dei Treasury sta continuando a salire. Prevedo una settimana difficile. Il contesto non è favorevole e i mercati continueranno a essere sotto pressione“.
Mercoledì escono dati sull’inflazione Usa
Mercoledì escono i dati sull’inflazione Usa, che a marzo ha toccato i massimi dal 1981 raggiungendo l’8,5% annuo e l’1,2% rispetto al mese precedente. Ad aprile si prevede una discesa all’8,1%. Se questa stima dovesse essere confermata sarebbe una boccata d’ossigeno per l’economia americana. In questo momento un dato favorevole è particolarmente atteso dai mercati, che si trovano con le spalle al muro.
In pratica in questa fase in cui Wall Street è in calo e i Treasury salgono gli investitori ci perdono sia a comprare i bond sia a comprare azioni. “Sono in confusione, non sanno cosa fare – spiega Bova – Normalmente se l’azionario perde il 4% compri i Treasury e stai tranquillo. Ora anche i Treasury perdono valore. E il mercato rischia di finire in preda al panico“.
Per tranquillazzarli “servirebbe un messaggio più moderato da parte delle banche centrali, ma questo al momento non sta arrivando”.
Lagarde parla al Parlamento europeo
Mercoledì Christine Lagarde parla al Parlamento europeo e bisognerà vedere se riuscirà a stemperare quello che sta succedendo sui mercati. In Italia il tasso del Btp è tornato sopra il 3% e il Bund tedesco è sopra l’1%. Questi movimenti più forti sono dipesi in gran parte dalle attese che si sono create sulle prossime mosse della Bce.
Il francese Villeroy, una delle ‘colombe’ del board, ha detto venerdi’ scorso che “è plausibile avere i tassi in positivo a fine anno”. Questo vuol dire che quest’anno la Bce farà almeno 3 rialzi dei tassi. I mercati se ne aspettavano circa 4, ma se a dire che i tassi europei torneranno in positivo a fine anno è uno dei piu’ ‘dovish’ di Francoforte inevitabilmente l’asticella dei mercati è destinata a salire.
Villeroy in pratica ha detto quello che finora chiedevano i ‘falchi’ tedeschi e olandesi. Il risultato è che adesso l’aspettativa dei mercati sui tassi di interesse è salita a 92 punti base, il che significa che i rialzi attesi sono quasi 4. E questo “inevitabilmente preoccupa i mercati” dice Bova. Finora Christine Lagarde è stata vaga, si è limitata a dire che la banca centrale è pronta a tutto e sarà flessibile.
Se anche lei mercoledì dovesse aprire la porta a un rialzo dei tassi a luglio, per i mercati potrebbe mettersi male. “Il problema è che più salgono i tassi, più peggiorano le condizioni finanziarie in Eurozona. L’aumento dei tassi in Europa indirettamente accelera il processo di frenata dell’economia”.
La stagflazione si sta avvicinando
L’Italia è quella che rischia di più di entrare in recessione, ma anche la Germania ci è vicina. E la Francia è in stagnazione. Insomma, la stagflazione si sta avvicinando, a grandi passi. Ma quando potrebbe avere inizio? “In Europa – prevede Bova – nel secondo trimestre, negli Stati Uniti nella seconda parte dell’anno. In Europa nel secondo trimestre c’è già il rischio di aver un Pil negativo, come ha già segnalato l’indice Ifo. Negli Stati Uniti invece è il settore immobiliare quello più a rischio e penso che dall’estate in poi cominceremo a verdere dati economici veramente negativi”.
“Questo significa – aggiunge – che la Fed potrebbe iniziare a moderare l’aspettativa sui tassi da settembre e che la Bce, se dovesse rialzare I tassi a luglio, bisognerà vedere come reagirà davanti a un Pil negativo”.
Ue: sullo stop al petrolio russo negoziati per tutto il weekend
Sull’embargo europeo al petrolio russo i negoziati andranno avanti per tutto il weekend. Gli ambasciatori dei Ventisette Paesi dell’Ue si riuniranno di nuovo con l’intento di arrivare a un accordo sull’embargo al petrolio. A bloccare il sesto pacchetto delle sanzioni, presentato dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, è ancora una volta l’Ungheria. Per il premier Viktor Orban con questo pacchetto “l’Ue ha superato la linea rossa” sganciando “una bomba atomica” sull’economia del suo Paese.
Orban ha chiesto quindi una deroga, insieme alla Slovacchia, e anche alla Repubblica Ceca. Per soddisfarla la Commissione aveva concesso un anno in più (l’embargo per tutti entro sei mesi, per Ungheria e Slovecchia entro fine 2023) ma non è bastato.
Quindi i tecnici di Bruxelles si sono presentati al tavolo del Coreper con una nuova proposta: deroga per Ungheria e Slovacchia fino a fine 2024 e per la Repubblica Ceca fino a giugno 2024. Ma nemmeno questa concessione sembra essere sufficiente.
Le resistenze, spiega una fonte europea, permangono sulla durata delle deroghe e sulle compensazioni economiche per i Paesi che si troveranno a dover “adattare” le proprie raffinerie al momento “tarate” sul petrolio russo. Investimenti importanti che gli Stati non vogliono sostenere dai propri bilanci nazionali.
Resta sul tavolo anche l’ostacolo del divieto del trasporto del petrolio russo per le navi battenti bandiera degli Stati membri dell’Unione. Una preoccupazione non di poco conto per Grecia, Malta e Cipro. “Le prossime ore saranno dedicate alla soluzione di questi problemi attraverso contatti bilaterali fra Commissione, presidenza e Stati membri interessati”, spiega un diplomatico.
“Sono fiduciosa che riusciremo a portare questo pacchetto in carreggiata – se ci vuole un giorno in più, ci vuole un giorno in più – ma ci stiamo muovendo nella giusta direzione”, ha detto von der Leyen al quotidiano tedesco Faz. Anche l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell, riconosce le difficoltà per l’Ungheria.
Nelle prossime ore si continuerà a lavorare a quella soluzione richiesta. E se non ci riusciranno gli ambasciatori, Borrell ha già avvertito che la discussione si svolgerà a livello di ministri.
Oggi parla Putin sulla piazza rossa
Vladimir Putin, in occasione delle celebrazioni per la vittoria sul nazismo il 9 maggio, invierà un messaggio da “giorno del giudizio” all’Occidente. Putin parlerà sulla Piazza Rossa davanti a una parata di truppe, carri armati, razzi e missili balistici intercontinentali.
Durante la parata i caccia supersonici e i bombardieri strategici Tu-160 effettueranno un sorvolo sulla Cattedrale di San Basilio. E per la prima volta dal 2010, ha fatto sapere il ministero della Difesa russo, sarà schierato l’aereo Il-80 ‘Doomsday’, che trasporterebbe i vertici russi in caso di guerra nucleare, diventando il centro di comando di Putin. Il Cremlino non ha fatto sapere cosa potrebbe dire Putin nel suo discorso. Lo scorso anno il leader del Cremlino in questa ricorrenza ha parlato di ascesa del neonazismo e della russofobia.