Firenze – "Non credo che Trump metterà in crisi Parigi". E' quanto ha affermato l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, partecipando a un incontro a Firenze con gli studenti organizzato dall'Osservatorio giovani editori, riferendosi all'accordo sul clima di Parigi, la Cop 21. "L'Europa ha impiegato molte risorse per ridurre le emissioni e non ce l'ha fatta, gli Usa non ci hanno provato ma ci sono riusciti perche' hanno trovato molto gas diminuendo l'utilizzo di carbone", ha osservato il manager. "O Trump decide di dare sussidi al carbone ma essendo un imprenditore e un uomo concreto non credo che lo fara' o gli Usa continueranno a usare il gas visto che ne hanno tanto", ha aggiunto.
Iran: "ci siamo e torneremo a operare"
"Non siamo in ansia, ci siamo e riprenderemo a lavorare in Iran", ha detto poi l'ad rispondendo alle domande degli studenti. "Siamo ancora in Iran, non ce ne andiamo perché ci devono ancora un sacco di soldi", ha aggiunto scherzando. "Torneremo" a operare nel paese "quando avremo recuperato i soldi e conosceremo i contratti", ha sottolineato.
Sviluppo, "bisogna cambiare modello occidentale"
Bisogna cambiare il modello di sviluppo del mondo occidentale, provando a ridurre il gap tra paesi che non hanno e aree del pianeta ricche ma oggi sempre più in crisi. E' il messaggio che ha quindi lanciato Descalzi in un teatro Odeon gremito di ragazzi e ragazze: "oggi questo modello sta portando il conto. E' quindi normale che chi non ha si dirige verso le zone del mondo dove c'e' lo sviluppo.Il modello occidentale dove gli Stati vanno a prendere risorse ed energia in altri Stati, piu' poveri, per esportare, non funziona piu' e va messo in discussione".
Descalzi ha parlato dell'Africa "sempre piu' povera, eppure ricchissima di risorse, e dell'Europa che nonostante tutto, oggi, appare indebolita. Non ha energia, la deve comprare ma allo stesso tempo e' statura di domanda". Questo ha provocato una situazione paradossale: "L'Europa che ha speso piu' di tutti per ridurre le emissioni di CO2 ha visto aumentare del 10% l'utilizzo del carbone" che rappresenta la fonte energetica piu' inquinante. Tale modello di sviluppo in crisi, ha rimarcato l'ad, "ha provocato una catena di problemi da quello ambientale, a tensioni sociali e politiche".
Focalizzandosi in particolare sulla questione climatica, Descalzi ha sottolineato l'importanza che con l'accordo sul clima di Parigi, "196 Stati abbiano riconosciuto che il cambiamento c'e' ed e' un problema. Ma il punto e' che senza leggi e disposizioni vincolanti a decidere e' il mercato che sceglie sempre le soluzioni piu' economiche". "L'utilizzo del carbone in Europa e' aumentato, tale situazione va affrontata in modo serio. Per questo sono necessarie scelte politiche coraggiose che puntino su gas e rinnovabili garantendo, allo stesso tempo, la competitivita' delle imprese europee", ha concluso.