Come la finanza creativa sradicherà la povertà nel mondo

"Per sradicare la povertà dal mondo è necessaria una trasformazione rurale inclusiva, una finanza creativa": ne è convinto Ashwani Muthoo, direttore della Divisione di Global Engagment, Knowledge and Strategy del Fondo Internazionale Onu per lo sviluppo agricolo (IFAD). A poco più di dieci anni dalla scadenza dell'Agenda Onu 2030, i due principali obiettivi di eliminare del tutto la povertà e migliorare le condizioni di vita delle popolazioni rurali dei Paesi più poveri e di quelli in via di sviluppo, appaiono sempre più lontani. Con la crisi finanziaria che ha colpito la maggior parte delle nazioni sviluppate, i governi hanno dovuto contenere gli investimenti, rallentando così il ritmo di marcia dell'Agenda. La soluzione sembra essere, dunque, una sola: coinvolgere nel progetto i privati. "Il settore privato ha moltissime risorse non sfruttate, tuttavia i singoli attori temono di correre troppi rischi", ha spiegato all'AGI Ashwani Muthoo. 

Ed è proprio questo il tema centrale della Conferenza internazionale di tre giorni in corso a Roma, organizzata da Ifad e dal ministero dello Sviluppo economico cui ha preso parte anche il minsitro Piercarlo Padoan. "Se avessimo aspettato due, tre anni, sarebbe slittato il traguardo del 2030. Questo incontro è importante e urgente". 

"Se la comunità internazionale non investe più nelle zone rurale – sostiene Muthoo – continueremo ad assistere a una massiccia migrazione verso le megalopoli, che negli anni sono diventate sempre meno sostenibili. In  pratica, per ottenere città sostenibili bisogna investire nelle zone rurali". In Africa, in Asia e in America latina la maggior parte delle persone che vive in campagna ha l'agricoltura come unica fonte di reddito. Parliamo di aree non più interessanti per i giovani: "solo investendo in queste zone, costruendo infrastrutture, ospedali, scuole, si riuscirà a evitare la desertificazione". 

Ma soprattutto, è importante puntare sul loro bene più prezioso: la terra. "Le agroindustrie sono fondamentali, ma arrivano in un secondo momento. Per prima cosa è necessario migliorare i metodi di coltivazione – anche attraverso aiuti pratici – per eliminare la fame e assicurare pasti sani alla gente locale e a tutto il Paese. Il secondo passo è quello di aprire i mercati locali e migliorare le tecniche produttive, in modo da permettere alle persone di guadagnare con il lavoro e dare loro la possibilità di acquistare farmaci, frequentare la scuola, curarsi".  

Attiva in 39 Paesi dell'Africa, 21 in Asia, 20 in America Latina e 18 in Medio Oriente ed Europa, l’IFAD è un’istituzione finanziaria internazionale e un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite con sede a Roma, il polo delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura.
 

Agi News