Cosa ci aspetta con la procedura di infrazione 

La Ue ha deciso di raccomandare ai governi europei l’avvio per l’Italia di una procedura per deficit eccessivo causata dal mancato rispetto della regola del debito, un percorso mai applicato prima. Finora Bruxelles è intervenuta solo per raccomandare semplici procedure per deficit eccessivo. Il criterio del debito, aggravato dalla mancata riduzione del deficit strutturale, rischia di metterci nella scomoda posizione di “sorvegliati speciali” per un lungo periodo di tempo. Ma cosa succederà ora?

L’Italia avrà un mese di tempo per negoziare con Bruxelles

A partire da oggi per l’Italia si apre una ‘finestra’ di circa un mese per trattare con Bruxelles e dimostrare buona volontà. In pratica i governi europei avranno tempo fino a luglio per decidere sulla raccomandazione ‘tecnica’ della Commissione.

Più nel dettaglio essi dovranno esprimersi sulla necessità di aprire o meno una procedura di infrazione sul debito. Il primo gradino è il pronunciamento del Comitato economico e finanziario, l’organismo che raggruppa i direttori generali dei vari ministeri delle Finanze. Della questione discuteranno i ministri delle Finanze dell’area euro e della Ue nel doppio appuntamento Eurogruppo-Ecofin del 13 e 14 giugno a Lussemburgo, ma la sede in cui i governi prenderanno una decisione è quella dell’Ecofin, del 9 luglio, a cui spetta la parola finale sull’avvio della procedura.

Nel frattempo il nostro governo dovrà proporre misure concrete per ridurre il deficit strutturale. Un atto di buona volontà sarebbe una manovra correttiva che anticipi la legge di Bilancio per il 2020 che vedrà la luce entro fine anno. Un’altra richiesta potrebbe essere quella di rinviare tutto a settembre, in presenza di impegni aggiuntivi del nostro governo.

Il commissario Ue, Pierre Moscovici, ha già detto che la Commissione europea può cambiare la sua posizione sulla possibile procedura di infrazione contro l’Italia qualora emergessero nuovi elementi. “La mia porta è sempre aperta”, ha spiegato precisando che tocca all’Italia indicare la strada per evitare la procedura. La trattativa potrebbe anche prolungarsi fino a fine anno, oppure prendere un brutta piega già in estate, nel caso in cui non si arrivasse a un accordo.

Avvio ufficiale della procedura di disavanzo eccessivo causata dal debito

Si tratta di un percorso inedito, mai applicato a nessun altro Paese europeo, che prevede vari step. In primo luogo uno status di ‘sorvegliato speciale’ per l’Italia, con ispezioni ogni tre-sei mesi per verificare che le azioni richieste per rientrare dalla “deviazione significativa” siano effettivamente messe in pratica.

Il governo italiano e Bruxelles dovranno quindi concordare tempi e modi di un percorso di rientro dei nostri conti pubblici. La correzione, poiché riguarderà il debito e non il deficit annuale, dovrà dispiegarsi su un arco temporale di diversi anni, non meno di tre, o anche più a lungo. In caso di mancato accordo, di risultati insufficienti o addirittura di scontro, da Bruxelles potrebbe arrivare la richiesta di un nuovo piano di rientro.

In caso di ulteriore mancato accordo, dalla commissione arriverebbero altre raccomandazioni, stavolta più dure e sanzionatorie nei nostri confronti, tra cui l’obbligo di un deposito infruttifero, pari allo 0,2% del Pil (circa 3,5 miliardi di euro), convertibile in multa in caso di reiterata mancata correzione del disavanzo eccessivo.

Tra le sanzioni non è da escludere la sospensione dei fondi di coesione europei. In caso di ostinata inosservanza delle raccomandazioni, le sanzioni potrebbero crescere ulteriormente. 

Agi