Roma – Frena la crescita dei posti di lavoro nei primi 9 mesi dell'anno: dai dati dell'Osservatorio sul precariato dell'Inps, le assunzioni a tempo indeterminato sono calate del 32,3% (-442.580), così pure anche quelli stagionali (-7,3% e cioè 37.110 in meno) mentre aumentano le assunzioni a termine (91.460, +3,4%) e quelle in apprendistato (28.902, +20,8%). Complessivamente, i nuovi rapporti di lavoro e cioè le assunzioni sono in calo di 359.328 unità (-7,7%).
In diminuzione anche le cessazioni, del 5,4%, e cioè 215.877 in meno. Facendo però un calcolo sui rapporti di lavoro in essere, la variazione netta è positiva: sempre nei primi 9 mesi, sono 47.455 i rapporti di lavoro a tempo indeterminato, e 522.260 quelli a tempo subordinato. Per i posti stabili, la variazione è positiva perché a fronte di 1.165.879 cessazioni ci sono stati 925.825 nuovi rapporti di lavoro, 225.608 trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti a termine e 61.901 apprendisti trasformati a tempo indeterminato. Per i rapporti di lavoro subordinato, la variazione è positiva e calcolata tra i 4.314.326 nuovi rapporti e le 3.792.066 cessazioni.
ASSUNZIONI
A proposito del calo delle assunzioni, la percentuale maggiore si registra alla voce 'estero' dove l'Inps comprende anche i rapporti di lavoro non localizzabili per incompletezza delle informazioni, essendo pari al -18,2%. A seguire, i decrementi maggiori si sono verificati al Centro (-11%), al Sud (-9,6%) e al Nord Ovest (-7,9%). Meno marcati invece al Nord-est (-3,3%) e nelle isole (-5,1%). La variazione più significativa si registra nella Basilicata (-14,4%) e nel Lazio (-14,3%), a seguire nell'Abruzzo (-12,4%) e nel Molise (-11,9%). Variazioni positive sono state registrate nella Valle d'Aosta (+1%) e nel Trentino Alto Adige (+0,9%).
CESSAZIONI
Per quanto riguarda invece le cessazioni, sempre nei primi 9 mesi, sono diminuite in modo più sensibile per quelle degli apprendisti (-14,3%), e a seguire per quelli stagionali (-10,4%). Le cessazioni di rapporti a tempo indeterminato sono invece calate del 7,2% (-90.169), e quelle dei rapporti a termine del 2,9% (-63.650). Facendo la media, il calo è appunto del 5,4%. Un altro dato rilevante contenuto nelle tabelle dell'Osservatorio sul precariato dell'Inps è quello relativo alle variazioni contrattuali di rapporti di lavoro esistenti: queste risultano in calo del 29,4% (-119.824 in termini assoluti). Questo perché le trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti a termine sono diminuti del 34,4% (-118.443 in termini assoluti) mentre gli apprendisti trasformati a tempo indeterminato del 2,2% (-1.381).
LICENZIAMENTI
Nei primi 9 mesi del 2016 i licenziamenti di lavoratori con contratto a tempo indeterminato sono cresciuti del 4% rispetto allo stesso periodo del 2015, quando invece erano diminuiti del 5%; ad aumentare (+28%) sono stati i licenziamenti disciplinari (per giusta causa e giustificato motivo soggettivo).
Secondo l'Inps, i licenziamenti fino a settembre sono stati 448.544, contro i 430.894 dei primi nove mesi del 2015. Secondo il presidente dell'Inps, Tito Boeri, il balzo dei licenziamenti disciplinari è legato all'introduzione delle dimissioni on line, che ha portato ad una riduzione delle dimissioni volontarie e a un corrispettivo aumento dei licenziamenti. La procedura on line, introdotta a marzo scorso, puo' risultare da una parte più complicata da effettuare e dall'altro più costosa per il datore di lavoro; così diminuiscono le dimissioni e salgono i licenziamenti soprattutto dei lavoratori stranieri (e con particolare intensità etnie ad alta imprenditorialità come i cinesi).