A pochi giorni dalla scadenza del 30 aprile, termine per la presentazione delle offerte per ‘salvare’ Alitalia, il vicepremier Luigi Di Maio interviene per rassicurare: ce la metteremo tutta per rilanciarla e trovare una “soluzione strutturale”. “Stanno arrivando offerte di altri privati, anche se non ancora formalizzate”, garantisce il ministro, che chiede però “rispetto”, di fronte a retroscena e rumors che non aiutano: “Sono ore decisive, ce la possiamo fare, basta solo rispettare questo momento delicato”.
In lungo post su Facebook Di Maio scrive: “Non nego che siano ore importanti per questa azienda e ce la metteremo tutta per rilanciarla. Spero di essere l’ultimo ministro che se ne occupa. Voglio semplicemente dire due cose ai passeggeri, ai dipendenti e agli italiani: la prima è che il nostro obiettivo è un giusto rilancio, non un semplice salvataggio. Stiamo creando tutti i presupposti affinché questa operazione possa finalmente invertire la rotta societaria e “aggiustare” i disastri che sono stati creati con decenni di scelte politiche folli e di accozzaglie che hanno spolpato la nostra compagnia di bandiera”.
I presupposti, aggiunge il ministro, li sanno tutti: “Una presenza massiccia dello Stato nella newco come garanzia affinché il piano industriale sia coerente e competitivo, con la partecipazione diretta del ministero dell’Economia e delle Finanze e di Ferrovie dello Stato nella compagine societaria. Grazie alla adesione al progetto di Delta Airlines potremo creare quindi un vettore dei trasporti gomma/rotaia/aereo che sarebbe un unicum ed un’eccellenza a livello internazionale”.
“Non ho incontrato nessuno per parlare dei dossier”
Per completare questa operazione, che, sottolinea Di Maio, “resta di mercato, stanno arrivando le offerte di altri privati, che andranno a comporre il 100% della società. Tutte offerte – tra cui quelle di alcuni concessionari autostradali – di cui apprendiamo per ora solo a mezzo stampa e che non sono state ancora formalizzate. Il gran vociare che si sta facendo è proprio su questo ultimo aspetto e tengo a precisare che non ho incontrato nessuno per parlare del dossier, né pregato nessuno a riguardo”. Di Maio smentisce così definitivamente le indiscrezioni circolate venerdì di un suo incontro con il Gruppo Toto per un’eventuale discesa in campo.
L’opposizione scende in campo e accusa il governo. Fonti del Pd attaccano: “Di Maio sostiene che passa spesso il proprio tempo sui voli Alitalia, tra le nuvole. Peccato che non abbia avuto ancora occasione di presentare un Piano industriale di rilancio della compagnia. L’ultima cosa che serve ad Alitalia è una riedizione dei ‘capitani coraggiosi’ in salsa gialloverde”. Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di Forza Italia, parla di “volo cieco” e afferma: “La vicenda Alitalia rischia di diventare l’ennesimo simbolo dell’incapacità di questo governo di chiudere qualsivoglia dossier nelle sue mani”.
L’ipotesi Toto
Diverse testate, a partire da Repubblica, avevano individuato il possibile partner nell’ex patron di Air One il quale, secondo le indiscrezioni, potrebbe arrivare al 30% del capitale, coprendo il vuoto lasciato dal clamoroso ritiro di EasyJet.
Secondo il quotidiano romano, il primo contatto concreto c’era stato a fine marzo, durante il viaggio di Luigi Di Maio a New York e Washington. “Da quel momento”, scrive, “il dialogo è andato sempre più avanti. E ora è a un passo dalla formalizzazione dell’intesa. Il socio italiano in grado di chiudere il cerchio di Alitalia è Riccardo Toto. Proprio uno degli esponenti della holding che in passato si era impegnato con alterni risultati nel settore dell’aerotrasporto”.
Il problema starebbe nelle tempistiche troppo strette. Toto, o chi per lui, dovrebbe formalizzare un’offerta entro martedì. Appare quindi probabile (e in questo senso andrebbero lette le smentite da più parti giunte ieri, come scrive il Sole 24 Ore, un rinvio del termine per presentare le offerte. Anche perché un partner solo in più potrebbe non essere sufficiente, giacché le adesioni per la ‘nuova Alitalia’ sono al momento ferme al 60% (30% Fs, 15% il ministero delle Finanze e 15% l’americana Delta Airlines).
Si è fatto spesso in questi giorni il nome di Atlantia, in alternativa o in partnership con lo stesso Toto a seconda dei rumor. Non sarebbe però una strada semplice da percorrere: sono ancora fresche le tensioni tra il governo e la holding dei Benetton che controlla Autostrade in seguito alla vicenda del Ponte Morandi. Come ultima spiaggia, infine, il nome è sempre quello: Lufthansa, ipotesi che sarebbe vista con favore soprattutto dalla Lega