AGI – Le imprese del turismo sono al collasso e a settembre prevedono chiusure e licenziamenti. Aidit Federturismo Confindustria, Assoviaggi Confesercenti, ASTOI Confindustria Viaggi e Fto Confcommercio, lanciano un ultimo SOS e chiedono che il Governo annunci pubblicamente cosa intende fare per evitare la chiusura di agenzie di viaggi e tour operator. In assenza di interventi, gli imprenditori sono pronti ad azioni di protesta.
“Non c’è più tempo – sostengono le associazioni del settore turismo – A settembre ci sarà la resa dei conti: molte aziende hanno già previsto di chiudere, molte altre lo faranno sicuramente nei mesi successivi. Migliaia di lavoratori e di famiglie verranno messi sul lastrico, andando comunque a gravare sulle casse dello Stato. E ciò rende ancora più incomprensibile i mancati aiuti a questo comparto”. In assenza di coinvolgimento e di aiuti concreti, le associazioni annunciamo che “il turismo organizzato non morirà nel silenzio e non accetterà questo destino senza reagire”.
Per questo, chiedono al Governo di “dare evidenza pubblica di ciò che intende fare per tour operator e agenzie di viaggi, anche con riferimento alle aziende sopra i 5 milioni di fatturato, che non hanno nemmeno beneficiato del contributo a fondo perduto di cui all’art. 25 del DL Rilancio. La pazienza dimostrata fino ad oggi da imprese e lavoratori è stata ormai sostituita da indignazione e sconcerto”. Aidit, Astoi Confindustria Viaggi, Assoviaggi e Fto “pretendono risposte urgenti. In difetto, “si renderanno promotrici di una protesta senza precedenti che coinvolgerà tutto il settore”.
“Quelle che a marzo erano solo previsioni – fanno notare le associazioni del settore turismo – ad inizio agosto sono divenuti dati certi che, nella loro crudezza, confermano decrementi che dovrebbero portare qualsiasi Governo a introdurre con urgenza ogni misura utile. Non si è perso solo il fatturato da marzo ad agosto, è a rischio quello di un intero anno. Le associazioni plaudono al risultato ottenuto dal Governo in Europa sul Recovery Fund, ma ora “si attendono una pronta risposta alle richieste di tour operator e agenzie di viaggi, le uniche aziende ad essere rimaste sino ad oggi senza alcuna forma sostanziale di aiuto”.
“Dopo il decreto ‘Cura Italia’ – prima occasione mancata – la politica – sottolineano le imprese – aveva rassicurato le categorie affermando che il successivo decreto avrebbe previsto misure straordinarie per il turismo. Nel decreto ‘Rilancio, invece, nulla è stato previsto, a parte la ridicola e complessa misura del Bonus Vacanze che, per come è strutturato, non ha raccolto nemmeno il consenso degli albergatori. è stato chiesto di attendere gli emendamenti, ma dopo un intenso scambio di informazioni e dopo l’invio di numerose proposte elaborate dalle categorie, nessuna norma ha dato ossigeno ad un settore tra i più colpiti, che ha zero prospettive di ripresa per il prossimo anno e che, quindi, sta sostanzialmente morendo”.
“E’ davvero impossibile riuscire a capire – prosegue la nota – come il comparto di tour operator, agenzie di viaggi e agenzie di eventi, con un volume d’affari di 20 miliardi di euro e oltre 80 mila dipendenti, sia stato privato di ogni misura di sostegno, nonostante abbia subito una perdita di oltre l’80% del fatturato annuo”. “Molte imprese – vista la stagionalità e le bassissime marginalità di questo tipo di business – oltre all’Italia, programmano mete estere e, su questo fronte, sappiamo che la ripresa sarà lentissima: si stima un ritorno alla normalità, Covid permettendo, a fine 2022. Eppure, non solo non è arrivato un sostegno attraverso lo strumento del fondo perduto, ma sono stati chiusi quasi tutti i corridoi turistici extra Ue e, per i pochi rimasti aperti, è stata prevista la quarantena al rientro per soggiorni superiori a 5 giorni, quando la permanenza minima all’estero per turismo è di 7 notti. In più, non è stato fatto alcun distinguo tra Paesi esteri sostanzialmente ‘covid free ed altri”.
“Ora, da più fonti, si sente parlare di un prossimo decreto dedicato al turismo o di un pacchetto di misure mirate per il settore, a valere sul prossimo scostamento di bilancio. Auspichiamo – concludono – un immediato ed effettivo coinvolgimento delle categorie nell’elaborazione di queste misure e, soprattutto, ci auguriamo che il governo non intenda, per l’ennesima volta, riservare le ‘briciole al settore più colpito per antonomasia. Invitiamo quindi il governo a non mancare anche quest’ultima chance”.
Tonfo delle compagnie aeree
Intanto oggi i titoli delle maggiori compagnie aeree e turistiche europee sono in profondo rosso. I nuovi focolai e le conseguenti restrizioni ai viaggi deprimono il settore che ha già scontato il dramma del lockdown. Ryanair è in calo dell’8% dopo aver annunciato di aver perso 185 milioni nel trimestre aprile-giugno, il peggiore nei suoi 35 anni di vita e prevede di chiudere l’anno fiscale con un calo del 60% dei passeggeri. Il tonfo in borsa riguarda easyJet (-13%), che ha annunciato giorni fa un taglio di 4.500 posti di lavoro, Iag (che controlla British Airways, pronta a ridurre il suo personale di 12 mila unita’) e’ in perdita di oltre l’8%, Lufthansa, arretra del 6%.
Il tour operator anglo-tedesco Tui, che ha sospeso tutti i viaggi nella Spagna continentale almeno fino al 9 agosto, cede più del 13%.
Le nuove misure per frenare la pandemia hanno schiacciato la speranza di un rilancio del turismo ad agosto. Il Regno Unito e la Francia hanno messo in guardia i viaggiatori a frequentare alcune aree della Spagna. Questo perché sono scoppiati nuovi focolai e in particolare in Catalogna i casi di Coronavirus sono triplicati nelle ultime due settimane.
Il governo di Londra ha cosi’ deciso che i britannici che tornano dalle vacanze in Spagna devono stare in isolamento per 14 giorni. Naturalmente anche negli Stati Uniti la situazione delle compagnie aeree è drammatica: American Airlines ha registrato nel secondo trimestre perdite per 2,1 miliardi. Secondo la Iata, le perdite complessive del settore aereo ammontano a 84,3 miliardi di dollari, i voli cancellati a 7,5 milioni e la domanda e’ scesa del 54%.